GDR e Tecnologia: strumenti digitali per rendere il gioco più profondo (non solo più comodo)
Dai software per gestire campagne complesse alle app da consultare al volo sul telefono: gli strumenti digitali possono fare molto per migliorare l’esperienza di gioco, se usati con cura e consapevolezza.
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GDR e Tecnologia: strumenti digitali per rendere il gioco più profondo (non solo più comodo)
Dai software per gestire campagne complesse alle app da consultare al volo sul telefono: gli strumenti digitali possono fare molto per migliorare l’esperienza di gioco, se usati con cura e consapevolezza.
Quando parlo di giochi di ruolo, parlo prima di tutto di relazioni, storie e scelte condivise. La tecnologia, in questo contesto, non è mai il centro: è un supporto. Ma che supporto straordinario può diventare, se lo si usa bene.
In questi anni ho avuto modo di integrare strumenti digitali in molte delle mie attività, sia con gruppi di giocatori esperti, sia con neofiti, sia all’interno di progetti formativi in contesti scolastici o aziendali. Ogni volta ho riscoperto quanto gli strumenti digitali non servano a “sostituire” il gioco fisico, ma a potenziarlo, a renderlo più accessibile o più profondo. E sì, a volte anche solo più comodo — e non è poco.
Piattaforme per giocare a distanza (o con un monitor sul tavolo)
La prima necessità che spinge molti a cercare soluzioni digitali è la distanza. In alcuni casi, uso software come Roll20 o Foundry VTT per costruire campagne condivise che vivono interamente online. Queste piattaforme offrono un sistema completo per disegnare mappe, tirare dadi, condividere immagini, tenere traccia dell’iniziativa e gestire la narrazione in modo visivo.
Non sono strumenti che uso sempre: richiedono tempo e una certa curva di apprendimento. Ma in progetti formativi in cui il gioco è anche un laboratorio di collaborazione e narrazione — e magari i partecipanti si collegano da sedi diverse — diventano alleati preziosi. Lo stesso vale per Fantasy Grounds, particolarmente adatto quando serve una gestione dettagliata delle regole (come accade con Pathfinder o D&D 3.5).
In altri casi, ho semplicemente proiettato la mappa da un portatile o un tablet sul tavolo, come supporto per le sessioni dal vivo: senza voler ricreare tutto in digitale, basta un file PDF e qualche segnalino per rendere tutto più chiaro, senza perdere il calore della voce e dei dadi veri.
App e risorse tascabili: il GDR nello zaino (o in tasca)
In laboratorio, durante le fasi di test di un sistema, spesso uso applicazioni leggere che mi permettono di tenere traccia dei personaggi o consultare rapidamente regole e magie. D&D Beyond, per esempio, è ormai una risorsa imprescindibile se si lavora con la quinta edizione di Dungeons & Dragons: facile da usare, aggiornata e comodissima per i giocatori meno esperti.
Quando si sperimenta, come faccio io con sistemi homebrew o giochi su misura per contesti educativi, non c’è sempre un’app “giusta”. Ma app come 5th Edition Spellbook o generatori casuali online possono comunque tornare utili per ispirarsi, verificare bilanciamenti o avere uno strumento pronto da passare al volo a un partecipante.
Anche nei miei percorsi di formazione con educatori o team aziendali, capita spesso di costruire personaggi o avventure direttamente sul telefono: meno formale di un modulo stampato, più vicino all’esperienza quotidiana, spesso più efficace per coinvolgere chi si affaccia per la prima volta al mondo del gioco di ruolo.
Community e archivi digitali: fonti di ispirazione inesauribili
Uno degli aspetti che preferisco della dimensione digitale è la possibilità di attingere a esperienze condivise. Ho scoperto e scambiato risorse su GDRItalia, letto thread memorabili su Reddit, e acquistato splendidi materiali su DriveThruRPG, che permette di scaricare moduli pronti, regolamenti alternativi e avventure indipendenti in pochi clic.
Se si lavora, come me, alla creazione di materiali per il gioco in contesti non convenzionali (penso alle attività educative nelle scuole, ai workshop di team building, o ai miei progetti su misura), queste risorse diventano una miniera di idee, linguaggi e soluzioni tecniche. Non tutto va bene per tutto — ma il confronto è sempre arricchente.
Un laboratorio ibrido
Nel mio spazio di lavoro, tra stampanti 3D, laser cutter e postazioni digitali, convivono dadi di resina e fogli A4, strumenti di modellazione 3D e schede personaggio compilate a mano. Non c’è un “modo giusto” per usare la tecnologia nel GDR, ma c’è sicuramente un modo consapevole: capire quando un supporto digitale può migliorare l’esperienza, e quando invece rischia di appiattirla.
A volte uso strumenti digitali per semplificare l’accesso (come nei giochi pensati per ragazzi con difficoltà di lettura o attenzione), altre volte per potenziare l’immersione, altre ancora semplicemente per condividere un’avventura con amici lontani. L’importante è ricordarsi che la tecnologia è uno strumento, non un fine.


