L’innovazione al tavolo Come l’intelligenza artificiale può arricchire il gioco di ruolo (senza sostituirlo)

Intelligenza artificiale e GDR possono convivere? Sì, se la tecnologia viene usata per supportare la creatività, non per sostituirla. Ecco come uso ChatGPT per progettare e vivere esperienze di gioco più ricche e fluide.

Marco Bacceli

3/26/20253 min leggere

L’innovazione al tavolo

Come cambia il gioco di ruolo quando arriva un alleato digitale

Se c’è una cosa che ho capito nel tempo, è che i giochi di ruolo cambiano.
Cambiano con le persone, con le storie, con i tempi — e, inevitabilmente, con la tecnologia.

Ho iniziato a giocare con schede stampate e matite appuntite, e oggi mi ritrovo a progettare esperienze in cui intelligenze artificiali come ChatGPT mi aiutano a scrivere, improvvisare, costruire mondi e rispondere ai colpi di scena.

E no, non lo trovo meno umano.
Lo trovo, se usato bene, più potente.

Cos’è ChatGPT (e perché può essere utile)

ChatGPT è uno strumento basato su intelligenza artificiale.
Genera testo in modo coerente, comprensibile, adattabile. Ma al di là della descrizione tecnica, quello che mi interessa davvero è:
cosa ci posso fare al tavolo da gioco?

Nel mio caso:

  • creare rapidamente personaggi non giocanti con motivazioni credibili;

  • descrivere ambienti e luoghi in modo evocativo, anche quando la fantasia langue;

  • improvvisare risposte coerenti quando un gruppo prende una direzione inaspettata;

  • trovare idee narrative per nuove campagne o missioni formative.

In alcune sessioni, lo uso prima, come strumento di progettazione.
In altre, durante, come supporto silenzioso pronto a intervenire.
In entrambe le situazioni, mi permette di restare più concentrato su quello che conta: le persone che giocano con me.

La paura di perdere “l’anima del gioco”

Ogni volta che parlo di tecnologia al tavolo, emerge (giustamente) una preoccupazione:
“Ma non rischia di togliere autenticità al gioco?”

La risposta è: dipende da come la usi.

Un GDR è fatto di voci, sguardi, scelte.
Se un’IA prende il controllo, la partita diventa sterile. Ma se viene usata per alimentare la creatività, per alleggerire la fatica tecnica e lasciare spazio alla narrazione, allora è uno strumento che amplifica, non che sostituisce.

Un alleato per chi progetta (anche esperienze educative)

Nel mio lavoro, mi capita spesso di costruire giochi di ruolo su misura per contesti educativi o formativi:

  • un’avventura per una classe sulle regole della convivenza;

  • un mistero narrativo per stimolare il lavoro di squadra in azienda;

  • una missione collaborativa per far emergere il pensiero critico.

In tutti questi casi, ChatGPT mi ha aiutato a essere più veloce, più lucido, più creativo.
Ho potuto scrivere ambientazioni credibili in poco tempo, costruire enigmi coerenti, modificare le missioni in base alle scelte del gruppo.

Non mi ha mai tolto la parte artigianale del mio lavoro.
Anzi: mi ha aiutato a proteggerla.

Alcuni usi concreti al tavolo

Ecco come integro l’IA nelle sessioni reali:

  • Improvvisazione controllata: se i giocatori vanno fuori copione, posso chiedere al mio “assistente” digitale di aiutarmi a costruire una scena sul momento.

  • Generazione di quest, oggetti, dialoghi: una risorsa inesauribile quando ho bisogno di ispirazione o varietà.

  • Schede e PNG: posso creare personaggi credibili con storie pronte in pochi minuti, e concentrarmi sul farli vivere.

  • Ambienti evocativi: con descrizioni rapide, posso mantenere alta l’immersione senza bloccare il ritmo.

L’equilibrio tra tecnologia e umanità

Quello che ho imparato è che la tecnologia non deve guidare la narrazione: deve mettersi al suo servizio.
Il gioco di ruolo funziona quando i giocatori si emozionano, discutono, ridono, si sorprendono.
ChatGPT può aiutare a creare lo sfondo per tutto questo, ma l’anima resta nelle mani di chi gioca.

E nel mio caso, anche nelle mani che stampano, incidono, costruiscono.
Perché spesso alle idee digitali faccio seguire oggetti fisici: token, mappe, carte, elementi simbolici che danno peso e forma al mondo che abbiamo generato.

In conclusione: innovare senza perdere il tocco

Non mi interessa giocare “come si faceva una volta”.
Mi interessa giocare bene, in modo coinvolgente, con strumenti che rispettano l’esperienza umana e ne potenziano le possibilità.

Per questo uso ChatGPT con gratitudine.
Non perché mi risolva i problemi, ma perché mi aiuta a stare dentro al gioco, anche quando fuori ho mille cose da gestire.