Personaggi Non Giocanti Come creo PNG versatili che danno vita alla campagna
I PNG sono molto più di comparse: se ben progettati, diventano strumenti narrativi potenti. Ecco il mio approccio per usarli al meglio in qualsiasi campagna, senza carichi inutili.
Personaggi Non Giocanti
I PNG come strumento narrativo (e relazionale) al tavolo
Quando costruisco una campagna, mi capita spesso di dedicare molto tempo alla mappa, agli intrecci narrativi, alla logica degli eventi. Ma c’è un elemento che, più di ogni altro, rende il mondo vivo e memorabile per i giocatori: i PNG.
Sono loro a dare voce al mondo. A renderlo coerente. A sorprendere.
E, se usati bene, possono sostenere l’intera campagna senza doverla riscrivere da zero a ogni sessione.
Perché i PNG sono così importanti
Un PNG non è solo un personaggio di contorno.
È una leva narrativa: può indirizzare la storia, offrire scelte, creare conflitti o risolverli.
Ma soprattutto, può far emergere i personaggi dei giocatori. È nello scambio, nell’incontro, che si attivano dinamiche nuove.
Nel mio approccio, i PNG servono a:
fornire informazioni (senza infodump);
orientare i giocatori in momenti di incertezza;
cambiare tono alla storia con una battuta, una minaccia, un’alleanza inaspettata.
Non tutti devono essere sviluppati a fondo. Ma quelli che tornano devono evolversi, reagire, avere coerenza interna.
Come progetto PNG versatili
Per evitare di dover scrivere decine di schede complesse, creo personaggi con doppia identità o doppia funzione.
Alcuni esempi che uso spesso:
Mercante / Ladro: in una scena è un venditore cordiale, in un’altra si scopre che rivende merce rubata (o origlia per conto di qualcuno).
Guardia / Guerriero: all’inizio è un PNG marginale, poi diventa un alleato fondamentale o un rivale potente.
Prete / Fanatico: cambia il tono in base al contesto e ai valori del gruppo.
Questi personaggi hanno una scheda leggera, solo con i tratti fondamentali.
Li arricchisco nel tempo, in base a come i giocatori li trattano e a cosa succede in gioco.
Le tre domande che mi faccio quando creo un PNG
A cosa serve in questo momento della storia?
(spinta narrativa, conflitto, supporto, deviazione...)Che reazione voglio suscitare nel gruppo?
(fiducia, fastidio, curiosità, tensione...)Posso usarlo di nuovo tra tre sessioni, in modo diverso?
(se la risposta è sì, è un PNG buono)
Come li uso durante la campagna
Per me, un PNG funziona se:
è coerente con se stesso;
evolve con la storia;
non ruba mai la scena ai PG, ma li mette in gioco.
Cerco di introdurli in momenti calmi: tra una missione e l’altra, durante una sosta, in città.
Non li annuncio mai. Li faccio emergere da una situazione.
Un mendicante che ascolta.
Una locandiera che si interessa troppo.
Un bambino che segue il gruppo da lontano.
Li faccio parlare poco, ma bene. Una battuta, una domanda, un comportamento strano.
Se il gruppo si aggancia, il PNG vive. Altrimenti, resta sullo sfondo, pronto a tornare in altra forma.
Ruoli possibili dei PNG (e come li alterno)
Non mi limito a NPC amici o nemici. Provo a usare relazioni più ambigue:
mentori riluttanti
rivali stimati
clienti irraggiungibili
vittime che chiedono troppo
alleati instabili
Una cosa che funziona bene è modificare il loro ruolo nel tempo, lasciando che il gruppo scopra qualcosa di nuovo.
Un PNG non dovrebbe mai essere "solo una volta".
Conclusione
I PNG non servono a riempire il mondo: servono a metterlo in relazione con i giocatori.
Se sono ben progettati — anche in modo leggero — e usati con flessibilità, diventano lo scheletro portante della narrazione.
Non li penso come comparse. Li tratto come specchi, leve, e inneschi.
Ed è proprio questo a renderli indimenticabili.


