Quando manca qualcuno: come tengo viva la sessione di gioco

Una campagna può andare avanti anche se manca un giocatore. In questo articolo ti racconto come affronto le assenze con strategie narrative semplici e artigianali, senza sacrificare la coerenza e il divertimento.

Marco Bacceli

7/11/20242 min leggere

Quando manca qualcuno: come tengo viva la sessione di gioco

Un giocatore non può venire, il gruppo è incerto, la voglia di giocare c’è ma si teme di “sprecare” una sessione. È un classico. Ma con un po’ di attenzione alla struttura narrativa, anche le assenze possono diventare parte del gioco.

La realtà bussa sempre alla porta, anche nel mezzo di un incantesimo

Gioco spesso con gruppi di amici o colleghi, e so bene quanto sia difficile tenere il passo con una campagna regolare. Turni di lavoro, impegni improvvisi, influenze stagionali: capita a tutti. Quando costruisco un’avventura, tengo sempre conto di questa possibilità. Preferisco progettare storie modulari, con sessioni che reggano anche con un personaggio in meno, senza forzature o incoerenze.

📅 Prima regola: ci si parla. Subito.

Lo strumento più potente per gestire le assenze non è la narrazione. È la comunicazione tra giocatori. Stabilisco da subito una regola molto semplice: se manchi, avvisa in tempo. Non per obbligo, ma per rispetto del tempo degli altri.

Uso spesso un gruppo Telegram per organizzare le date e segnalare chi ci sarà. Quando tutti vedono che la gestione è fluida, c’è meno ansia da “salto la sessione = blocco la storia”. Questo libera energia creativa: non gioco per dovere, gioco perché ne ho voglia.

🎭 Far respirare la trama: i personaggi possono sparire… e riapparire

Se un personaggio manca, non lo faccio mai “scomparire” e basta. Uso alcuni accorgimenti narrativi che danno continuità e coerenza:

  • Missione personale: il personaggio ha ricevuto una chiamata urgente o ha seguito una pista secondaria.

  • Incarico nel mondo di gioco: resta a sorvegliare il campo base, protegge un oggetto importante, negozia con un PNG.

  • Espedienti narrativi eleganti: appare in sogno, comunica a distanza, lascia una traccia o un messaggio.

In questo modo, l’assenza diventa una pausa diegetica, e non una falla nella storia.

🧵 Piccole storie laterali per chi c’è

Quando uno o più giocatori mancano, non mi limito a “tirare avanti comunque”. Anzi, spesso colgo l’occasione per approfondire i personaggi presenti, esplorare le loro emozioni, far emergere legami o tensioni.

Sono sessioni che chiamo “intime”: magari meno epiche, ma spesso indimenticabili. Inseguiamo una traccia personale, visitiamo un luogo del passato, risolviamo un mistero minore che però apre nuovi scenari. Sono episodi che arricchiscono la campagna, invece di rallentarla.

🧰 Attrezzi del mestiere per non perdere il ritmo

Nel mio taccuino da game master, tengo sempre pronti:

  • Mini-scenari autoconclusivi da inserire all’occorrenza

  • Personaggi non giocanti con backstory incrociabili con il gruppo

  • Luoghi aperti e flessibili, che si adattano facilmente a nuove sottotrame

In più, annoto sempre dove si trova ogni personaggio, così da reintegrarli in modo naturale alla sessione successiva. Nessun effetto “apparizione dal nulla”.

🎲 Una sessione non si spreca mai

C’è una convinzione dura a morire: che una sessione con assenze sia “sprecata”. Ma il GdR non è una corsa verso un finale: è un processo collettivo. Ogni incontro — anche ridotto, anche improvvisato — è un frammento di mondo che prende forma. E se lo si costruisce con cura, può diventare memorabile quanto il boss finale.